Hotel, a Como: acquisti e restauri preparano le future stagioni

13.03.2024
Capitali internazionali e catene dell’ospitalità di lusso sempre più attive sul lago lombardo.

Da un lato l’acquisizione da parte di Lvmh del Castello di Urio, storico immobile dell’Opus Dei, dall’altro il nuovo albergo a Laglio disegnato dall’archistar Dante Benini. I due estremi ben rappresentano la vivacità dell’hospitality sul lago di Como. Si costruisce, raramente, si ristrutturano e riposizionano alberghi, aprono grandi brand dell’hôtellerie che fino a ieri non erano presenti nel mercato. Le voci corrono e si dice che l’immobiliarista Giuseppe Statuto sia in cerca di un quattro stelle in zona Cadenabbia per portare sul lago Six Senses, dopo aver acquisito a Roma la struttura che ospita il brand. In estate KSL Capital Partners ha acquistato le due strutture di Sereno Hotels, società della famiglia Contreras, quella sul lago di Como e la gemella a Saint-Barthélemy. Vicino alla chiusura la vendita dell’Imperiale a Moltrasio, nel mirino di un family office.
A fare del lago una meta gettonata nel turismo internazionale è la bellezza del luogo, ma anche il ritorno al viaggio nel post-Covid. Durante la stagione turistica, che peraltro si è allungata grazie anche alla visione di molti hotelier di arricchire il calendario con eventi nei mesi meno caldi, l’occupazione è arrivata ai massimi livelli. Sono tornati in massa i turisti americani e inglesi, accompagnati da francesi e svizzeri che frequentano sempre più la zona. «Da sempre sul lago le famiglie imprenditoriali italiane hanno agito nella stessa direzione - dice Luigi Passera, ceo di Lario hotels, gruppo della famiglia da quattro generazioni che con il brand Vista si sta espandendo in Italia -. Noi per esempio puntiamo a investire su Villa Flori, mentre il Vista Como continua la sua crescita».
Gli alberghi di lusso sono nel mirino dei grandi investitori. Sul lato che da Cernobbio va verso Menaggio si è vociferato spesso, come detto in apertura, dell’imminente acquisto da parte del gruppo del lusso francese Lvmh del Castello di Urio, parte del patrimonio immobiliare dell’Opus Dei dopo essere stato acquistato dal fondatore del movimento Josè-Maria Escrivar che ne fece un luogo di riflessione e preghiera. La conferma delle trattative è arrivata oltre un mese fa da Belmond, il marchio acquistato nel 2018 dal gruppo di Bernard Arnault per oltre tre miliardi di euro, che gestirà il castello.La proprietà di quasi due ettari, con una battigia di 180 metri a lago, comprende un edificio circondato da un giardino all’italiana. Originario del tardo Seicento, appartenne in sequenza ai conti Della Porta, ai Castelbarco e ai Dupuy e a inizio Ottocento ai Melzi d’Eril. Su questa sponda Cbre ha iniziato a commercializzare il golf club di Menaggio, il secondo più antico d’Italia, con un progetto alberghiero di 70 camere.
Anche la sponda opposta vive un momento di riscoperta dopo che nel 2019 Mandarin Oriental ha rilevato il Casta Diva. A Bellagio nel 2026 aprirà Ritz-Carlton nell’ex Hotel Grande Bretagne. Una imponente riconversione cambierà l’aspetto della struttura, uno dei primi hotel di lusso della regione, inaugurato nel 1850. Dopo anni di abbandono venne acquistata dalla famiglia Galbusera, proprietario di Grimit, con l’obiettivo di riportarla al successo originario grazie all’accordo con Marriott International. Il brand Edition, sempre di Marriot, aprirà invece nell’ex Britannia, acquisito da Bain Capital e Omnam Group. L’operazione rientra nella strategia dei due investitori di puntare sul settore alberghiero in Italia, di cui il Britannia rappresenta la prima acquisizione. L’iconico edificio, che farà parte di un fondo gestito da Kryalos, sarà riqualificato per trasformarlo in un 5 stelle.
A decretare il successo del lago: l’incoronazione come miglior hotel al mondo di Villa Passalacqua nella classifica annuale di The World’s 50 Best Hotels.

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